martedì 28 agosto 2012

Prima non lo sapevo, ma adesso.....

Dindi crede di conoscermi bene, probabilmente è così, ma questa volta ha sottovalutato la mia curiosità.
Durante il recente viaggio in Bretagna ci siamo imbattute spesso in questi "mucchietti di pietre" e ci siamo chieste quale potesse essere il loro significato, dal momento che la loro presenza non sembrava affatto casuale. Abbiamo fatto varie ipotesi che comunque non hanno trovato riscontro in nessuno dei libri, delle guide o dei dépliants che avevamo con noi e perciò l'interrogativo è rimasto in sospeso.



Una volta rientrate però e con l'aiuto del computer, non ho resistito alla tentazione di soddisfare le mia curiosità e come era prevedibile ho trovato in rete tanti siti in cui si parla di questi mucchietti di pietre, ma in maniera piuttosto frammentaria.
Finalmente ho trovato la chiave del mistero, quando in un sito, parlando della Corsica,si dice che in francese vengono chiamati cairns,con termine di origine irlandese che significa appunto mucchio di sassi.


Così tra le braccia di Wikipedia ho trovato tutte le risposte possibili, spero sufficienti per soddisfare non solo la mia curiosità, ma anche quella di Dindi e di tutti quelli che magari l'hanno condivisa.





"Un cairn è una costruzione formata da pietre impilate a secco. Le sue dimensioni e complessità possono variare notevolmente, da piccoli mucchietti da sassi a intere colline artificiali, sculture accuratamente bilanciate ed elaborati complessi megalitici. Le pietre vengono a volte decorate, per motivi artistici, rituali o funzionali. I cairn sono stati usati fin dalla preistoria per molteplici scopi, e sono tuttora impiegati in molte parti del mondo.
La funzione più comune dei cairn è quella di punto di riferimento, specialmente in montagna dove queste costruzioni sono generalmente chiamate ometti. Tuttavia, essi sono tuttora impiegati per molti altri scopi. Nelle regioni nordiche, specialmente nelle acque della Scandinavia e del Canada orientale, sono usati come segnalamenti ottici e ausili per la navigazione.
È inoltre ancora vivo il loro uso per fini storici e commemorativi, o semplicemente per ragioni decorative e artistiche. Un esempio è la serie di numerosi cairn indicanti le fosse comuni di soldati britannici nel luogo della battaglia di Isandlwana in Sudafrica. Un altro esempio è il cairn di Matthew Flinders, sul fianco dell'Arthurs Seat, una piccola montagna sulle rive della baia di Port Phillip, in Australia. Un grande cairn è stato costruito in cima a una collina presso l'autostrada Interstate 476 a Radnor, in Pennsylvania, come parte di una serie di sculture di pietra iniziata nel 1988 per simboleggiare il retaggio gallese e abbellire il paesaggio attorno all'autostrada. Altri cairn sono semplicemente luoghi dove gli agricoltori radunano le pietre rimosse da un campo, come quelli visibili sui Monti Catskill, in Nord America, dove c'è una forte tradizione di matrice scozzese, e possono anche indicare posti dove è stato perso del bestiame. In altri contesti, i cairn possono avere uno scopo esclusivamente artistico, come in alcune opere di Andy Goldsworthy.
La pratica di erigere cairn risale, in ambito eurasiatico, alla preistoria. Le opere variavano da piccole sculture di roccia a imponenti colline artificiali di pietre, a volte costruite sulla cima di rilievi naturali. Le costruzioni di quest'ultimo tipo, risalenti generalmente all'Età del Bronzo o a periodi anteriori, ospitavano generalmente sepolture, analogamente ai kistvaen e ai dolmen. Un equivalente scita era il kurgan, anche se quest'ultimo era costruito tramite escavazione.
La parola cairn è mutuata dalla lingua Scots, dove ha il medesimo significato. In Scots il termine è a sua volta un adattamento del gaelico scozzese càrn, che compare in forma simile in vari altri linguaggi celtici della Gran Bretagna, come il gallese carn (moderno carnedd), l'irlandese carn e il cornico karn o carn. La stessa Cornovaglia (Kernow in lingua cornica) potrebbe prendere il suo nome dai cairn che ne punteggiano il paesaggio, come lo stesso punto più alto della regione, il cairn settentrionale della collina di Brown Willy, avente un diametro di 24 m di diametro e un'altezza di 5 m, situato nella brughiera di Bodmin, un'area che comprende molti altri antichi cairn.
In tutta la Gran Bretagna e l'Irlanda, i cairn sepolcrali e altri megaliti sono oggetto di una vasta antologia di leggende e folklore. In Scozia vige la tradizione di portare una pietra dalla base alla cima di una collina per aggiungerla ad un cairn costruito sulla sua punta, in modo che il cumulo diventi via via sempre più alto. Un'antica benedizione in gaelico scozzese recita: Cuiridh mi clach air do chàrn, "Metterò una pietra sul tuo cairn". Nella stessa regione, compaiono cairn con funzioni più pratiche. Per esempio, il Dún Aonghasa, situato presso Inishmore, nelle isole Aran, è una fortezza di collina irlandese dell'Età del ferro, fatto interamente di pietra. La costruzione è tuttora circondata da piccoli cairn e rocce sporgenti poste strategicamente. Il complesso difensivo serviva come alternativa alle mura difensive, a causa della scarsità di terra che caratterizza il paesaggio carsico delle isole.
In Scandinavia, i cairn sono usati da secoli con vari usi, in particolare come segnavia terrestri e punti di riferimento navali. In Islanda, erano spesso utilizzati come segnavia lungo le numerose stradine e sentieri che attraversavano l'isola; molti di questi antichi cairn sono ancora visibili, anche dove i percorsi sono scomparsi. Nella Groenlandia dei Norsemen, i cairn erano usati come strumento per la caccia, costruiti in modo da delimitare una pista utilizzata per guidare le renne verso un dirupo.
Nella mitologia dell'antica Grecia, i cairn erano associati ad Ermes, il dio dei viaggi via terra. Secondo una leggenda, Ermes fu citato in giudizio da Era (mitologia) per avere ucciso il servo preferito di lei, il mostro Argo. Tutte le altre divinità fungevano da giuria: come modo di indicare il verdetto, ricevettero dei sassi, con l'ordine di lanciarli verso il dio che a loro giudizio avesso avuto ragione. Ermes si difese tanto abilmente che finì sepolto sotto un mucchio di pietre, e così nacque il primo cairn.
I cairn (taalo) sono una vista comune in molte località africane, come Elaayo, Haylaan, Qa’ableh e Qombo'ul. La Somalia settentrionale ospita molte costruzioni di questo tipo in insediamenti storici e siti archeologici, nei quali si trovano numerose antiche rovine ed edifici, alcuni di origini tuttora oscure. Molte di queste strutture non sono ancora state pienamente esplorate: ricerche più approfondite potrebbero portare nuove informazioni sulla storia locale e aiutare a conservare questi siti storici per la posterità.
Rispetto all'era neolitica, il clima del Nordafrica è diventato più secco. Una testimonianza della desertificazione dell'area è fornita dalle rovine megalitiche, che compaiono in gran numero e in un'ampia varietà di forme in zone oggi aride e inabitabili: cairn (kerkour), dolmen e cerchi simili a quelli di Stonehenge, celle sotterranee scavate nella roccia, long barrow culminanti in grandi piattaforme, e rilievi artificiali simili a piramidi a gradoni.
In Asia, a partire dall'Età del bronzo, cofani contenenti i resti dei morti erano a volte interrati dentro cairn, costruiti in posizioni prominenti, spesso posti in modo che spiccassero sull'orizzonte del villaggio del defunto. Si riteneva forse che le pietre avrebbero scoraggiato ladri e sciacalli. Una spiegazione più sinistra suggerisce che esse servissero per impedire ai morti di risvegliarsi. Ancora oggi vi è una tradizione ebraica di porre sassi sulla tomba di una persona, come segno di rispetto. Gli stupa in India e Tibet sono probabilmente nati in modo simile, anche se al giorno d'oggi contengono generalmente le ceneri di un santo o di un lama.
In Mongolia esiste un tipo tradizionale di cairn, chiamato ovoo, spesso decorato. Serve principalmente a fini religiosi, e trova impiego in cerimonie sia tengriiste sia buddiste.
In tutto il territorio degli attuali Stati Uniti continentali e del Canada, i cairn delimitano ancora piste, costruite dai nativi per condurre le prede ai cosiddetti salti del bufalo, alcuni dei quali risalenti a 12.000 anni fa.
I popoli indigeni del Nord America artico (Canada settentrionale, Alaska e Groenlandia) hanno costruito, fin dall'era precolombian, cairn accuratamente eseguiti e sculture di pietra, che prendono i nomi di inuksuit e inunnguat. Queste opere fungono da segnavia e punti di riferimento. Sono un tratto caratteristico della regione, e si sta diffondendo la loro rappresentazione come segno dell'identità nazionale del Canada.
Nell'America del Nord, i cairn appaiono spesso in forma di petroform, mosaici di pietre in forma di tartarughe ed altri animali.
Anche nell'America del Sud, i cairn sono usati fin dall'era precolombiana per segnare percorsi. Ancor oggi nelle Ande, i popoli Quechua usano i cairn come santuari dedicati a Pachamama, una dea Inca, spesso come parte di una forma sincretistica di cattolicesimo.
In molte lingue, i cairn sono indicati da parole collegate al loro aspetto antropomorfo. In lingua italiana, ad esempio, sono chiamati "ometti" i cairn usati come segnavia, specialmente sulle Alpi. In tedesco e olandese si usano rispettivamente i termini Steinmann e Steenman ("uomo di pietra"). La lingua inuit prevede la parola inunguak ("imitazione di una persona") per quelle forme di inuksuk volte a rappresentare una figura umana."




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