giovedì 29 novembre 2012

Amici 3

Dopo esserci arrovellati con tanti se e tanti ma a proposito del triste epilogo della storia di Pippo II, arrivò il momento di cambiare pagina e tornare a pensare con prudente serenità al modo migliore per realizzare un desiderio che ora anche i nostri bambini condividevano. C'era lo spazio, c'era il tempo e soprattutto c'era la voglia di trovare un nuovo amico. La scelta questa volta cadde su un pastore tedesco di stirpe illustre come diceva il suo pedigree. Da bambina avevo avuto anch'io un cane di quella razza, si chiamava Zenda, e lo ricordavo per la dolcezza del suo carattere. 
  
Lo aspettavamo per settembre ma nel mese di agosto ci fu un evento imprevisto. Un vicino di casa, nel recarsi in paese per sbrigare delle commissioni, scorse un cucciolo che ne stava  impaurito sotto un'auto parcheggiata, probabilmente per cercare  riparo dal sole cocente. Aveva tutta l'aria di essere stato abbandonato e forse vagava da qualche giorno come si poteva dedurre dal suo pelo unto e appiccicoso. Il nostro vicino non ebbe il coraggio di lasciarlo e lo portò con sè pur sapendo che non avrebbe potuto occuparsene personalmente per molti motivi. Da parte nostra non fu possibile restare indifferenti di fronte a quella creatura e in pochi minuti ci rendemmo conto che ci sarebbe stato spazio anche per lui.
 
 
Non vi sembra 'na bellezza ? Non sapevamo niente di lui, dei suoi genitori, della sua origine, della sua breve storia, ma non aveva importanza, da quel giorno, e per più di quindici anni, sarebbe stato Otto, il nostro cane fedele.
A settembre arrivò naturalmente anche Bau, così avevamo scelto di chiamare il pastore tedesco. I due,tanto diversi nell'aspetto e nel carattere, diventarono  amici inseparabili.
Bau era un vero signore, si muoveva con contegno ed eleganza, se gli porgevi del cibo con la mano lo prendeva con delicatezza e non abbaiava mai. A quello pensava Otto, che si era autonominato capobranco. Eppure non ho mai visto nessuno dei due compiere un gesto fuori misura con i bambini, al contrario... guardate queste immagini...





Se dovessi inventarmi un titolo per queste effusioni tra cuccioli di specie diverse , direi "Felicità pura", per cani e bambini ovviamente.
Io magari ero un po' meno felice, ad essere sinceri. Il giardino non era ancora decollato e la presenza di due cani di grossa taglia che corrono avanti e indietro non aiutava certo a migliorarlo. Ma non si poteva tornare indietro, ormai Otto e Bau erano parte della nostra famiglia e della nostra vita.
Condividevano i giochi di Fabio e Maxi



       le attività sportive


e quando si rientrava da una vacanza non ci facevano mancare un caloroso bentornati.



Spesso Otto si comportava da ragazzaccio; avendo un'agilità particolare  riusciva a superare ogni cancello, ogni recinzione e la sua indole di cacciatore lo portava a mietere vittime nei pollai della zona o tra i gatti che incautamente entravano in giardino.
Bau invece si lasciava gestire più facilmente e non creava mai problemi. Purtroppo però, come spesso accade ai cani di razza, dopo una decina d'anni trascorsi in buona salute, improvvisamente fu portato via da una malattia tanto fulminante quanto misteriosa e Otto si ritrovò padrone incontrastato di tutto il territorio.
Passarono altre stagioni ma senza compagnia le giornate per lui erano meno divertenti.



Gli anni incominciavano a farsi sentire, la sua bella dentatura si era frantumata sulle maglie di cento reti metalliche, i baffi si erano fatti grigi e le zampe posteriori..., quelle erano un problema, non lo reggevano più.
Passava sempre più tempo sdraiato sotto il portico e chissà cosa passava nella sua mente : ricordi forse... nemmeno i suoi bambini che adesso erano grandi riuscivano a rallegrarlo.



E poi arrivò quell'estate del '92 e quella vacanza negli Stati Uniti che avrebbe cambiato le nostre vite. Eravamo partiti con una certa apprensione e con il timore di non trovarlo al ritorno. Invece lui c'era, ma qualcun altro mancava e lui non capiva. Per due settimane restò lì seduto ad aspettare con il muso puntato verso la strada, aspettando il suono di un motore, una voce nota, dei passi.


E poi capì che il tempo era finito e smise di aspettare, non poteva più sopportare tanta tristezza.


Questo era Otto, il nostro cane fedele.
(segue)

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