venerdì 1 marzo 2013

The flight







Per filo e per segno : recensione  

  
                                          THE FLIGTH

Whip Whitaker ( Denzel Washington), comandante pilota  di aerei di linea South Jet  227, dopo una notte trascorsa tra sesso con la bella hostess Katerina (Nadine Velasquez), droga e alcol a tutto spiano, inizia con estrema disinvoltura il volo d’orario dopo essersi fatto una ricca sniffata di cocaina per reagire al sonno.




Affidato l’aereo e i 130 passeggeri nelle abili mani del suo secondo Ken Evans, si prepara ad un riposante sonnellino quando si verifica un guasto catastrofico che lo costringe a riemergere dalle nebbie per riprendere in mano la situazione, non prima di aver assunto un robusto cocktail energizzante a base di vodka e succo di arancia…




Inizia in questo modo spettacolare il film Flight, con 20 minuti di tensione  tecnicamente perfetti…dalla bravura del comandante che riesce a rimettere l’aereo, ormai in caduta libera, in assetto eseguendo un volo rovesciato da manuale, all’eroismo della hostess, alla paura dei passeggeri.
La narrazione prosegue poi, però, lentissima evidenziando l’esistenza di un uomo  che, come desidera mostrare il regista Robert Zeneckis , fino alla fine rigetta ogni occasione di redenzione. Anzi sembra sempre volersi negare la minima possibilità di cambiamento pur avendo in se stesso il desiderio di apparire al mondo  eroico ed esemplare.
Anche l’incontro con Nicole ( Kelly Reilly: bellissima) in overdose da eroina è come l’incontro di due isole, ognuna chiusa nel suo mondo circoscritto, incapaci di darsi calore e comprensione.



Non ci sono vie di fuga per Whip dalla spirale dell’alcolismo: l’ amicizia vera di Charlie ( Bruce Greenwood) che per lui mette a rischio la sua reputazione, la famiglia con il figlio,che lo disprezza e lo allontana, la stima dei media che lo acclamano come eroe, niente ha importanza. 



La sua fuga continua  e la sua vita precipita come l’aereo….fino alla conclusione, che naturalmente non si svela.
Il tutto sostenuto unicamente  da un Denzel Whashington ,  due volte  premio Oscar, per il quale la definizione di  ottimo è ormai scontata.
Anche se la sua bravura, in questo personaggio, appare quasi scontata e, come dire???, banale…quasi non frutto di una ricerca, ma di una normale  applicazione del suo dono naturale.
Migliore, perché meno prevedibile è l’interpretazione dell’amico spacciatore Harling Mays (un John Goodman che riesce a tirare fuori  anche un sorriso da situazioni pazzesche e spiacevoli).



In definitiva, poche sono le figure positive e lo stesso eroismo del pilota è messo in discussione dal suo modo di interpretare la vita e la responsabilità.
Zaneckis, probabilmente, ha l’intenzione di inviare  agli spettatori più giovani un messaggio “buono”, ma il risultato non sembra proprio quello auspicato. Anzi si potrebbe pensare che è anche rischioso….




Gradevole la colonna sonora con musiche degli anni 60-70

                            Paola Maria Simonetti




1 commento:

  1. Non ho ancora visto queto film, perchè non avevo un'idea precisa in merito, ma ora penso lo vedrò, la curiosità mi è venuta! Grazie!

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