martedì 7 gennaio 2014

Peppone e Don Camillo







Che cosa è un capolavoro del cinema? Secondo me, come un capolavoro letterario è un libro che non ti stanchi di rileggere, anzi in cui ogni volta trovi un nuovo spunto di riflessione, un capolavoro cinematografico è un film che vedi e rivedi sempre volentieri. E' un film che, anche quando ormai sai a memoria le battute che stanno per essere dette, sorridi come fosse la prima volta.
Non capita spesso che la stessa cosa vista e rivista, sentita e risentita non annoi. E' il caso dei film su Peppone e Don Camillo.
Il primo, "Don Camillo", è un film del 1952, per la regia di Julien Duvivier basato sui personaggi creati da Giovannino Guareschi in una serie di racconti del 1946-47 pubblicati sul Candido, giornale fondato dallo stesso Guareschi insieme a  Giovanni Mosca, e poi riuniti in un romanzo nel 1948. Protagonisti indimenticabili Gino Cervi e Fernandel.






In seguito vennero Il ritorno di Don Camillo (1953), Don Camillo e l'onorevole Peppone (1955), Don Camillo monsignore...ma non troppo (1961) e Il compagno Don Camillo (1965).















Questi film sono il ritratto dell'Italia del dopoguerra e del rinnovamento politico-sociale che allora si viveva. I due personaggi sono contrapposti per ideale politico, ma uniti da un'amicizia vera, basata su stima, rispetto e , in fondo, su una comune visione della vita che gli estremismi politici non riescono a scalfire. Rappresentano due culture che paiono opposte, ma che trovano sempre un punto d'incontro: ci si azzuffa per le idee, ma alla fine si coopera con buon senso per il bene comune.
Nell'Italia di oggi, dove la politica è quella che vediamo ogni giorno e che non voglio commentare, servirebbero personaggi come questi due , che pensano davvero al bene delle persone prima che alle beghe di partito e personali.




 Guareschi racconta le vicende con bonaria ironia, senza prendere parte alla diatriba, probabilmente convinto che Peppone e Camillo siano due facce della stessa medaglia e che l'uno ha bisogno dell'altro per rimanere ancorato alla realtà.
Io apprezzo molto come sono descritti i personaggi, con la loro umanità "vera", con le loro debolezze, i difetti, i pregi. Tutti i rappresentanti delle due fazioni sono benissimo delineati e sembrano uscire dallo schermo per vivere una vita reale, seppure siano ormai "datati", in quanto pura espressione di quegli anni e inconcepibili al giorno di oggi.
Si racconta che Guareschi non amasse Cervi e, soprattutto, Fernandel: in un primo tempo lo stesso scrittore avrebbe dovuto impersonare Peppone, mentre Gino Cervi avrebbe dovuto essere Don Camillo, ma le cose non funzionavano e la regia scelse i due attori che noi conosciamo. Mi spiace dire che  Guareschi, che ha dato vita ai due personaggi, non ha invece capito che gli attori che li impersonano sono perfetti. Non è stato lungimirante perchè secondo me sarebbe impossibile vederli con altre facce. Infatti l'ultimo film della serie, Don Camillo e i giovani d'oggi, che fu interrotto per la malattia e la morte di Fernandel, e girato poi con Gastone Moschin e Lionel Stander, attori di tutto riguardo, non ha avuto il successo dei film precedenti : le facce dei protagonisti erano sbagliate!







Scene fra le più belle di questi film sono i dialoghi di Don Camillo con Gesù crocifisso, che gli risponde per le rime o che scherza con lui.
 Un episodio esilarante è quello del comunista convinto che vende la propria anima, in cui non crede, al dottore...per poi riempirsi di dubbi.
Una delle scene migliori è il discorso elettorale di Peppone che, da comunista sfegatato, vira, al suono della musica del Piave, in un discorso su patria e re, ottenendo gli applausi di bianchi, rossi e neri.






 Commovente la decisione di Peppone di seppellire la vecchia maestra con la bandiera sabauda, odiata dal suo partito, per rispetto della defunta.
 Esilaranti le scene dell'esame di quinta elementare che Peppone deve superare e la contrapposizione fra il tema che scrive e la realtà dei fatti che scorre sullo schermo.
 Ma la parte che mi diverte maggiormente è quella relativa alla lotta fra Don Camillo e Peppone perchè rispettivamente l'orologio del campanile e quello del comune suonino la propria campana un attimo prima dell'altro.
Potrei continuare su questa falsariga, ma sono sicura che questi film li conoscete e li amate tutti, allo stesso modo di come li amo io.
Non per nulla sono stati elencati fra i cento film italiani da salvare!




2 commenti:

  1. Bravissimo Fernandel. Ma io ho sempre amato Peppone, tenero comunista vecchio stampo, mangiapreti solo a parole, tanto simile a certti personaggi che c'erano una volta dalle mie parti. E che oggi non ci sono più.
    Lilia

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