giovedì 27 febbraio 2014

Giallo rosa

Nonostante il segreto sia stato ormai svelato da tempo, c'è ancora un' aura di mistero intorno alla vicenda e non poco scetticismo da parte di alcuni.C'è chi si è affannato a cercare certificati di nascita o di battesimo, senza peraltro trovarli... e poi è possibile tenere nascosta così a lungo la vera identità?
E dopo tante titubanze se fosse meglio usare la, prima del nome, oppure il, scoprire che invece l'unico articolo possibile è I,ed essersi chiesti "sarà un nome o un cognome?" per poi scoprire che in realtà è uno pseudonimo, diciamolo pure, è un po' destabilizzante.





Sto parlando ovviamente di Delly, il vezzoso pseudonimo collettivo dietro al quale pare si sia nascosta la vera identità non di una sola persona , bensì di due e più precisamente da Jeanne-Marie Petitjean de la Rosière, nata ad Avignone il 13 settembre 1875, e Frédéric Petitjean de la Rosière, nato a Vannes nel 1876 ( così dice Wikipedia), sorella e fratello autori di molti  popolarissimi romanzi rosa nella prima metà del secolo scorso.






Sempre secondo quanto ripotato da Wikipedia, "Jeanne Marie e Frédéric erano figli di Ernest Petitjean, militare di carriera, e di sua moglie Charlotte de la Rosière. Trascorsero la loro infanzia a Vannes, trasferendosi poi a Versailles quando il padre andò in pensione.
Marie consacrò la sua vita alla scrittura, dando il via a una produzione letteraria sovrabbondante, la cui pubblicazione iniziò nel 1903 con il romanzo Dans les ruines. Il contributo di Frédéric fu fondamentale, oltre che nella scrittura, soprattutto nell'abile gestione dei contratti di edizione con le varie case editrici. Il ritmo di produzione dei romanzi- ne furono pubblicati più di uno all'anno fino al 1925 - e l'ottimo ricavo delle vendite assicurarono ai fratelli una vita agiata, che però non impedì loro di restare nell'ombra, sconosciuti al pubblico e alla critica. L'identità di Delly, infatti, fu rivelata solo dopo la morte di Marie, nel 1947, due anni prima di quella del fratello."








Ma siamo veramente sicuri che le cose siano andate così ?

In un articolo apparso su Repubblica nel febbraio del 1989, in occasione di una ristampa dei romanzi di Delly, la nota scrittrice Natalia Aspesi non ne sembra molto convinta....
"Ciò che rende ancora seducente Delly sono i suoi molti misteri; prima di tutto, quello della sua identità. I contratti della Salani portano la firma di per sè romanzesca di Fédèric Petitjean de la Rosière, che nessuno alla casa editrice vide mai, essendo i contatti tenuti dalla traduttrice Albertina Palau. L'Encoclopedia della Letteratura Garzanti conferma che in realtà Delly era lo pseudonimo di Jeanne Marie e  Frèdéric Petitjean de la Rosière, sorella e fratello di piccola nobiltà e dalla vita arcana, forse anche sommessamente ribalda, nella loro smania di tramandare nei decenni la necesità dell'assoluta purezza femminile. Lui prete e lei sua perpetua? Oppure due sorelle di cui una en travesti? O, più semplicemente, due congiunti legati da silenzioso, insano affetto? O ancora, marito e moglie che si facevano passare per fratelli a causa di un voto di castità? Di certo si sa che morirono tutti e due a Versailles, lui nel 1947, a 71 anni, lei nel 1949, a 74.(ma non era il contrario??) Dopo i misteri si infittiscono.
Per esempio: "L'infedele " è l'agghiacciante storia di un nobile italiano vedovo che sposa una bellissima e aristocratica anche se povera giovinetta, ma non può dimenticare la prima sposa, ricca, plebea, francese e altrettanto bella, anche se portata a leggere romanzi libertini indegni di una donna onesta : lui l'ha fatta seppellire in giardino e ogni giorno, mentre la seconda sposa soffre e aspetta non si sa come, data la freddezza dello sposo, un bambino, lui va là sulla tomba a metter fiori e singhiozzare. E che data c'è sulla tomba? Morta a Parigi il 10 settembre 1960! Che i Petitjean de la Rosière abbiano  mandato il romanzo alla signora Palau dall'oltretomba? Che sia stato scritto da un furbo o da una furba imitatore/trice impossessatasi del celebre pseudonimo? Che semplicemente l'editore, in una delle sue tante ristampe, abbia cambiato la data per modernizzare un romanzo  che risulterebbe scritto in realtà nel 1921, dimenticando che agli inizi dei tempestosi anni Sessanta anche un aristocratico fannullone difficilmente avrebbe potuto tenere in giardino la tomba di sua moglie, e che, per fortuna, ancora più raramente le giovinette (in questo caso la sorellina dell'infelice tradita con un cadavere) morivano di consunzione?"

E' evidente che quando si parla di Delly, sostenitori e detrattori non possono fare  a meno di citare il mistero, come elemento caratterizzante.




Nel periodo intercorrente tra gli anni '20 e gli anni '50 del secolo scorso i romanzi di Delly, nonostante i giudizi negativi della critica, ebbero un grandissimo seguito di lettrici, forse non tutte disposte a confessare apertamente questa "debolezza", e sono certa che anche oggi, sia pure con il dovuto distacco, molte delle lettrici di un tempo non disdegnerebbero una rilettura....io per prima.




















2 commenti:

  1. Ecco, Delly è stata (o dovrei dire è stato, oppure sono stati?) un'icona della mia adolescenza. A differenza dell'invernizio i cui romanzi erano considerati da mamma e zie torbidi e inadatti a una giovinetta, i mitici libretti giallo - rosa mi sono stati addirittura consigliati. E quanti ne ho letti!
    Grazie Mianna, per il bel post

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  2. idem! Ma come saremmo cresciute senza delly? Senza sogni, probabilmente....

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