lunedì 24 marzo 2014

Hippies e flower power







E' indubbio che ciascuno di noi resta influenzato dall'aria culturale che respira durante la sua crescita. Gli anni più importanti sotto questo aspetto sono, secondo me, quelli dell'adolescenza, quando si incomincia ad usare la propria testa ed inevitabilmente a contestare gli insegnamenti ricevuti nell'infanzia e a rielaborarli per farli propri scegliendo  che cosa accettare e che cosa no.
Io ho vissuto da adolescente negli anni 60: un'epoca ricca di trasformazioni, cambiamenti radicali e contestazioni in ogni campo.
Noi giovani venivamo chiamati figli dei fiori, capelloni, hippies anche quando, come nel mio caso, non lo eravamo al cento per cento, ma certamente avevamo le stesse aspirazioni di quelli che facevano notizia sui giornali.





La cultura hippie era in origine un movimento giovanile che ha avuto inizio negli Stati Uniti nel corso degli anni sessanta e si è diffuso in tutto il mondo. La parola «hippie» deriva da «hipster», ed era stato inizialmente utilizzato per descrivere i beatnik che si erano trasferiti nel distretto di Haight-Ashbury di San Francisco. 
Originariamente il movimento hippy era composto per la maggior parte da adolescenti e giovani adulti bianchi ( che pensavano come i neri, più dei neri stessi), di età compresa tra i 15 e i 25 anni, che avevano ereditato una tradizione di dissenso dai primi bohémien e dai beatniks. Gli Hippy respingevano con forza le istituzioni, criticavano i valori della classe media, erano contrari alle armi nucleari e alla Guerra del Vietnam, abbracciavano aspetti della filosofia orientale, promuovevano la libertà sessuale, erano spesso vegetariani ed ambientalisti, promuovevano l'uso di droghe psichedeliche, soprattutto l'LSD, per espandere la propria coscienza, e creavano comunità intenzionali e comuni. Essi utilizzavano arti alternative, il teatro di strada, la musica popolare, e le sonorità psichedeliche come parte del loro stile di vita e come modo di esprimere i propri sentimenti, le loro proteste e la loro visione del mondo e della vita. Gli Hippy si opponevano all'ortodossia politica e sociale, scegliendo una mite e non dottrinaria ideologia che favoriva la pace, l'amore, la fratellanza e la libertà personale, forse incarnata al meglio dai Beatles nella famosissima canzone All You Need Is Love. Essi percepivano la cultura dominante come corrotta, un'entità monolitica che esercitava un indebito potere sulle loro vite, e chiamavano questa cultura "L'Istituzione", "Grande Fratello", o "L'Uomo". Rilevando che essi erano "in cerca di significato e di valore ", studiosi come Timothy Miller descrivono gli hippy  addirittura come un nuovo movimento religioso.





Gli aderenti al movimento hippy, i figli dei fiori, vestivano preferibilmente con larghi abiti dai colori vivaci fatti con stoffe floreali o con sete indiane, portavano capelli lunghi, collane di perline e fiori un po' dovunque. Il loro abbigliamento multietnico voleva esprimere l'amore per la fratellanza e l'uguaglianza dei popoli.





La fondazione del movimento hippy trova il suo più lontano precedente storico nella controcultura degli antichi greci, esemplificati da personaggi come Diogene di Sinope e i Cinici. Gli hippy sono stati influenzati dal pensiero di Gesù Cristo, Hillel il Vecchio, il Buddha, Francesco d'Assisi, Henry David Thoreau e Gandhi.

I loro slogan erano: mettete dei fiori nei vostri cannoni, fate l'amore e non la guerra. Questo è il famoso flower power: il potere dei fiori e dell'amore, la ricerca di una vita non violenta, seguendo i dettami della natura e  ponendo le basi del moderno ambientalismo.






La moda e i valori hippie hanno avuto un notevole impatto sulla cultura, influenzando la musica popolare, la televisione, il cinema, la letteratura e l'arte in generale. Dagli anni sessanta molti aspetti della cultura hippie sono diventati di comune dominio. La diversità culturale e religiosa abbracciata dagli hippie ha guadagnato un'ampia accoglienza e la filosofia orientale e l'elemento spirituale hanno raggiunto un vasto pubblico.






Quale è l'eredità che i figli dei fiori hanno lasciato al mondo di oggi? 
L'eredità certamente negativa è quella del grande sviluppo dell'uso delle droghe.E L'amore per la libertà è scivolato nella licenza. Ci si è dimenticati che non sempre tutto è lecito. Quella positiva è la globalizzazione dei grandi ideali di pace e fratellanza. La tolleranza deve essere alla base di ogni convivenza.
Le dimostrazioni politiche e pubbliche ora sono considerate libere espressioni legittime. Le coppie non sposate si sentono libere di viaggiare e vivere insieme senza disapprovazione dalla società. Le tematiche che riguardano le questioni sessuali sono liberamente dibattute, ed i diritti degli omosessuali e dei transessuali si sono espansi. La diversità religiosa e culturale ha guadagnato più accettazione. Le imprese commerciali Co-operative e le comunità creative con vita di gruppo sono accettate quasi ovunque. L'interesse per il cibo naturale,i rimedi erbacei e le vitamine si sono molto estesi, ed i cibi salutari hippy degli anni sessanta ora sono di grande attualità. In particolare, lo sviluppo e la popolarizzazione di Internet trovano le loro radici nell'ethos anti-autoritario promosso dalla cultura hippy. C'è anche più libertà di esprimersi tramite le scelte riguardanti l'aspetto personale e lo stile nel vestiario. E soprattutto, secondo me, il rispetto per le scelte altrui ha avuto un grandissimo sviluppo.
L'ideale fallito, ma certamente ancora da perseguire è quello della pace e dell'amore. Questo ideale, che probabilmente non riusciremo mai ad attuare, data la natura umana, deve però essere cercato e desiderato da tutti. Non dobbiamo perdere la speranza di raggiungerlo, nemmeno quando la realtà ci dimostra che è quasi impossibile.






















Nessun commento:

Posta un commento