giovedì 21 maggio 2015

La tentazione di essere felici

Quarta di copertina



Cesare Annunziata potrebbe essere definito senza troppi giri di parole un vecchio e cinico rompiscatole. Settantasette anni, vedovo da cinque e con due figli, Cesare è un uomo che ha deciso di fregarsene degli altri e dei molti sogni cui ha chiuso la porta in faccia. Con la vita intrattiene pochi bilanci, perlopiù improntati a una feroce ironia, forse per il timore che non tornino. Una vita che potrebbe scorrere così per la sua china, fino al suo prevedibile e universale esito, tra un bicchiere di vino con Marino, il vecchietto nevrotico del secondo piano, le poche chiacchiere scambiate malvolentieri con Eleonora, la gattara del condominio, e i guizzi di passione carnale con Rossana, la matura infermiera che arrotonda le entrate con attenzioni a pagamento per i vedovi del quartiere. Ma un giorno, nel condominio, arriva la giovane ed enigmatica Emma, sposata a un losco individuo che così poco le somiglia. Cesare capisce subito che in quella coppia c’è qualcosa che non va, e non vorrebbe certo impicciarsi, se non fosse per la muta richiesta d’aiuto negli occhi tristi di Emma… I segreti che Cesare scoprirà sulla sua vicina di casa, ma soprattutto su se stesso, sono la scintillante materia di questo formidabile romanzo, capace di disegnare un personaggio in cui convivono, con felice paradosso, il più feroce cinismo e la più profonda umanità.


Cosa posso dire di questo libro, che mi è piaciuto moltissimo? Che è scritto bene, ovvio, che è intrigante e con una storia molto attuale, purtroppo, certo! Che è un ben dosato mix di ironia e profondità. Probabilmente è questo che mi ha catturato: quel tono leggero e sfacciato di dire le cose, che ti arriva dritto fino in fondo, perchè questo libro non è una storiella superficiale, ma è una rappresentazione della realtà. E' un libro senza veli, senza manierismi e le piccole ipocrisie con cui di solito viene rappresentata la terza età. E' un libro vero. In molti punti, mi sarei fermata a sottolineare delle frasi, se il libro non mi fosse stato prestato. Ma lo comprerò e lo farò. Mi chiedo come sia possibile che un ragazzo, nato nel '74, solo quattro anni più di mio figlio, sappia immedesimarsi nella psicologia di un settantasettenne in modo così preciso. Come abbia potuto descrivere un personaggio così realistico, con pensieri che un giovane non dovrebbe conoscere ancora per parecchi anni. Cesare non è il classico vecchietto della porta accanto; non è una bella persona. Eppure lo diventa, quasi suo malgrado con un percorso che non era facile raccontare. Lorenzo Marone ci è riuscito, alla grande. Lo terrò d'occhio, perchè non voglio perdermi i suoi prossimi racconti.

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