giovedì 4 giugno 2015

Cattedrali del sapere

Tutti hanno almeno un sogno nel cassetto, il mio è quello di avere una stanza tutta per me, con le pareti tappezzate di scaffali che vanno dal pavimento al soffitto, tutti pieni di libri e una scala che scorre avanti e indietro sugli scaffali, così da poter raggiungere senza difficoltà anche i libri che stanno più in alto.
Non è un sogno impossibile... i libri ci sono...ma manca la stanza, gli scaffali sono sparsi qua e là e forse la scala alla mia età sarebbe pericolosa...
A questo punto tanto vale lasciare il sogno nel cassetto e lustrarsi gli occhi con qualcosa di veramente spettacolare. 



Questa è la Biblioteca Nazionale di Praga che fa parte di un complesso chiamato Klementinum, costruito tra la metà del XVI sec e la metà del  XVIII, originariamente collegio gesuita.




Contiene 6 milioni di testi tra cui una raccolta mozartiana con manoscritti originali, e documenti relativi all'astronomo  danese Tycho Brahe, che lavorò a lungo alla corte di Praga.






Per costruire il complesso che la ospita fu spianato un intero quartiere, comprese le residenze borghesi, le chiese e i giardini.


Questa invece è la Biblioteca del Trinity College a Dublino.




Costruito nel 1592 per volere della regina Elisabetta I,il Trinity College crebbe notevolmente nella prima parte del '600 e oggi è considerato una delle Università più prestigiose del mondo.


Nella  Old Library, la sezione Long Room è una sala rivestita di scaffali doppi pieni di migliaia e migliaia di libri antichi tra cui il famoso Libro di Kells, un antichissimo manoscritto del IX secolo, contenente i quattro Vangeli del Nuovo Testamento.



A renderlo prezioso non è solo il fatto di essere uno dei libri più antichi al mondo, ma anche perchè contiene una serie di illustrazioni miniate di particolare pregio.
Probabilmente il libro è opera degli scrivani del monastero di San Columba, nell'isola di Iona in Scozia, rifugiatisi in Irlanda per sfuggire alle scorrerie vichinghe nella loro terra d'origine.

Ed ecco la Biblioteca dell'Abbazia di Admont, il monastero benedettino fondato nel 1074 al centro dell'Austria, tra i monti della Stiria. E' la più grande biblioteca monastica al mondo.



A partire dalla fine dell'XI secolo, i monaci benedettini di Admont iniziarono a collezionare manoscritti religiosi che copiavano in un apposito laboratorio all'interno dell'abbazia.Dopo l'invenzione della stampa, la raccolta si arricchì di incunabuli e di edizioni di opere rare.
Dopo un periodo di declino al tempo della Riforma, l'abbazia rifiorì tanto che alla metà del Settecento si iniziò a cotruire questa grande biblioteca, terminata nel 1776 sotto l'imperatrice Maria Teresa d'Austria.



L'imponente edificio in stile rococò ha le dimensioni di una cattedrale. La splendida sala è illuminata da sette eleganti cupole con affreschi allegorici che celebrano la scienza e la religione.
Le pareti sono tappezzate di volumi e arricchite da busti di eruditi, artisti, evangelisti e profeti.




Oggi nella biblioteca benedettina sono raccolte 180.000 opere, tra cui 1400 manoscritti, alcuni dei quali risalenti all'VIII secolo, e 530 incunaboli.


E infine voglio dare spazio a una biblioteca particolare, che non si distingue per lo sfarzo, ma per per l'importanza storica.
Fondata alla metà del XV secolo, è stata la prima biblioteca civica in Italia e in Europa ed è l'unico esempio di biblioteca monastica umanistica giunta fino a noi perfettamente conservata nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libraria.
E' la Biblioteca Malatestiana di Cesena.



Intorno agli anni '40 del XV secolo , i frati francescani del convento disponevano ormai di un numero di codici decisamente superiore alla capacità della loro piccola biblioteca e così chiesero al Signore di Cesena, Domenico Malatesta, i fondi per costruirne una più grande e il 15 agosto 1454 il nuovo studium veniva aperto al pubblic



L'architetto Matteo Nuti nel progettare lo studium come unica grande sala rettangolare, adottò una innovativa pianta a tre navate, tutte e tre con copertura a volte: a botte quella centrale e a crociera quelle laterali.







La luce proveniente dalle finestrelle laterali, due per campata, si diffonde nelle navate laterali, mentre quella centrale è illuminata dal grande occhio di fondo.




La porta di legno scuro è ricca di intagli di gusto gotico che ripetono motivi a rosette e simboli elicoidali disposti in modo da evocare la scacchiera malatestiana.




L'araldica dei Malatesta è riprodotta sui capitelli delle colonne della sala e sui 58 imponenti banchi di legno di pino in cui si conservano i codici.








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