sabato 23 aprile 2016

W il cappuccino e chi l'ha inventato

La nostra amica Daniela dà spesso il buongiorno agli amici di fb con libidinose immagini di brioches,  cappuccini, torte e delizie simili, tanto coinvolgenti che, se mi capita di vederle di prima mattina, mi si arricciano i baffi.



La colazione all'italiana è , per come la vedo io, il pasto  più "interessante" della giornata, specialmente se consumato senza fretta. Dopo il riposo forzato della notte, gusto e olfatto sono particolarmente ricettivi, mentre lo stomaco manifesta  disponibilità assoluta.
Il cappuccino , in tutte le varianti, è il pezzo forte della colazione, tanto da conquistarsi una fama internazionale. Ormai all'estero non siamo più pizza e mandolino, semmai pizza e cappuccino, rigorosamente separati s'intende.






E chi mai avrebbe potuto inventare tanta bontà se non qualcuno accreditato nella stanza dei bottoni, un personaggio in odore di santità, già proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 2003?





L'invenzione del cappuccino viene proprio attribuita a lui, padre Marco d'Aviano ( 1631-1699), secondo l'ipotesi più accreditata.
Le cose andarono così: un giorno fra Marco, francescano cappuccino, mentre si trovava a Vienna, entrò in un locale per bere del caffe, ma la bevanda era così forte che il religioso chiese qualcosa per addolcirla. Gli portarono del latte che mescolandosi con il caffè rese la bevanda dello stesso colore del suo saio. "Kapuziner!" esclamarono gli astanti e nell'occasione il cappucino imboccò la strada che lo avrebbe portato alla fama di cui tutti sappiamo.




Vi sembra poco credibile questa storia? Beh, non posso darvi torto, resta il fatto che è l'occasione per conoscere questo personaggio che ha lasciato un segno nella storia, quella vera, e non solo per via del cappuccino, ma anche per essersi guadagnato il titolo di salvatore di Vienna, contribuendo  a liberare la capitale austriaca assediata dall'esercito ottomano nel 1683.



Papa Innocenzo XI aveva assegnato a fra Marco, al secolo Carlo Domenico Cristofori, una missione molto delicata: creare una difficile alleanza tra i sovrani cattolici d'Europa per fermare i Turchi che stavano risalendo la penisola balcanica con un esercito di 200mila soldati con l'obiettivo di conquistare Vienna.

Fra Marco aveva all'epoca grande fama di predicatore non solo a Padova e nel Veneto, ma anche in diverse regioni d'Europa come le Fiandre, la Boemia, l'Austria e la Germania e gli venivano attribuite  anche grandi capacità taumaturgiche, soprattutto dopo la guarigione miracolosa di una monaca inferma da molti anni.

Nel 1680 a Vienna fra Marco aveva conquistato la stima e l'affetto di Leopoldo I d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero, ed era noto anche presso altre corti europee. Il frate si adoperò per vincere la rivalità tra i principi cattolici, nonostante l'opposizione di Luigi XIV re di Francia, e a formare la Lega Santa guidata dal polacco Sobieski.
Alla vigilia dello scontro decisivo tra i due eserciti Marco celebrò una messa sul Monte Calvo, la collina che sovrasta Vienna, ed esortò i soldati ad aver fiducia nell'aiuto di Dio.
 

Nonostante la grande inferiorità numerica, nella battaglia dell'11 e 12 settembre 1683, la Lega Santa riuscì a sconfiggere l'esercito ottomano e a liberare Vienna dall'assedio.

Papa Innocenzo XI proclamò quella giornata Festa del Santissimo Nome di Maria, che ricordiamo ancora oggi. Fu una data importante nella storia dell'Europa perchè da quel giorno la Lega Santa riuscì progressivamente a liberare tutti i territori conquistati dai Turchi.

La fama di uomo giusto di fra Marco fu riconosciuta anche dai Musulmani perchè, qualche anno dopo, in occasione della liberazione di Belgrado, il frate intervenne per salvare ottocento soldati catturati dai cristiani e destinati ad essere passati a fil di spada.

Ma la nostra storia gastronomica non si ferma qui. Tutti sanno come sia ben assortita la coppia cappuccino & cornetto.





Ebbene, sempre secondo la leggenda, Vienna non vide solo la nascita del cappuccino per opera di fra Marco. Si racconta infatti che la tipica forma dei croissants sia stata ideata dai pasticcieri viennesi proprio durante l'assedio della città e a celebrazione dello scampato pericolo, ispirati dalle insegne ottomane a mezzaluna.

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