martedì 23 agosto 2016

Un amore speciale

Questa storia non la conoscevo,  me l'ha raccontata il mio amico Silvio e poichè mi è sembrata bella, mi sono documentata:

Lui, Walter Bonatti:





 è stato uno dei nomi più leggendari dell'alpinismo mondiale. Oltre che alpinista e guida alpina, fu autore di libri e numerosi reportage - molti dei quali come inviato esploratore del settimanale Epoca- nelle regioni più impervie del mondo.

Lei: Rossana Podestà:





nome d'arte di Carla Dora Podestà, è stata un'attrice cinematografica italiana, di buon successo internazionale,  attiva principalmente fra gli anni cinquanta e settanta del novecento.

Bergamasco, montanaro lui, ligure tripolina lei, non si conoscevano; in comune un divorzio alle spalle.



Da:
http://marilyn.corriere.it/2013/12/12/la-pin-up-e-lalpinista-la-fiaba-di-rosanna-podesta/

La loro storia comincia il 2 giugno 1981. A maggio Rossana Podestà, in un’intervista, ha detto che, si fosse trovata su un’isola deserta, avrebbe voluto Walter Bonatti per compagno d’avventura. Lui, che (sono parole di Rossana, nel libro) aveva almeno altre cinque ragazze, le risponde subito: “Quando partiamo?”
Rossana risponde col suo numero di telefono, giusto per vedere se alle parole seguono i fatti. Lui la chiama e si annuncia per ottobre. Ah bene, pensa lei, guarda quanto gli interesso! E’ ancora piccata per quel tempo biblico, che lui richiama e: “Forse posso a settembre”. Mette giù e richiama ancora: “Facciamo dopodomani?” In realtà non era una trattativa da piacione, era proprio paura: di non essere all’altezza. “Pensava che come attrice dovessi avere chissà quale tenore di vita” ha raccontato lei a Farneti, “ed era preoccupato di dovermi portare fuori a pranzo in un bel posto”. L’appuntamento è a Roma, il giorno della festa della Repubblica, alle 11, all’Ara Coeli. Ma lui non si fa vedere. Questo è quello che pensa lei, dopo tre ore di vana attesa. Ma è anche quello che pensa lui, in attesa da tre ore, all’Altare della Patria, cioè pochi metri più in là sul lato sbagliato, e parcheggiato in uno spazio riservato alla Presidenza della repubblica. Alla fine lei gira l’angolo, e trova le parole giuste (per mettere a suo agio un timido, lei stessa confesserà:“Volevo colpirlo nell’amor proprio”): “E tu saresti un esploratore? A Roma non sai trovare l’Ara Coeli? Ma se non mi trovi, almeno cercami”.
 Il risultato è un viaggio in auto, fino a un ristorante in Piazza del Popolo, che lui fa tenendo il volante con un dito per mano, tanto che lei pensa: “Non sapevo che avesse perso le altre in qualche ghiacciaio”. Le mani sono integre, è lui che guida rattrappito e tutto girato verso di lei, praticamente incantato. Escono dal ristorante “e non ci siamo più lasciati”. La base di quelle che saranno le loro avventure in Alaska, Patagonia, Polinesia, diventa, dopo un lungo periodo di residenza fra Milano, Roma, l’Argentario, il paese di Dubino, a mezza montagna in Valtellina, in una casa ristrutturata che quasi costa la vita a Walter, che si ritrova con la schiena disastrata, e operato alla spina dorsale, a forza di sollevare pietre.







Da un articolo di Silvia Nucini su Vanity fair del 10 dicembre 2013:



...Mi aveva regalato delle immagini belle e terribili: lei che viene cacciata dalla rianimazione dove lo  hanno ricoverato “tanto non è la moglie”, lei che di notte allunga un piede verso la metà del letto ormai vuoto a cercare le gambe di Walter, per scaldarci in mezzo il suo piede gelato, lei che é un polletto che se ne va sperduto, ma se è legata alla corda di Bonatti, allora diventa una donna che cammina accanto al suo uomo e insieme fanno la cosa che hanno fatto sempre: scoprire il mondo.......


Dopo che lui se ne era andato lei aveva viaggiato ancora, abitato la loro casa, scritto un libro, amato i suoi nipoti. Non aveva sopravvissuto, ma vissuto. «Però è tutto diverso», mi disse. Avevamo bevuto un tè, lei doveva fermarsi a compare una sciarpa colorata, l'avevo vista scendere dalla scale mobile, i capelli bianchi tagliati a caschetto, mi era venuta in mente il titolo bellissimo di un film che non c'entra niente con la loro storia, ma che racconta di come a volte c'è qualcosa di fortissimo che cambia il corso della vita: Io sono l'amore.






Da un articolo di Santi Urso su Icon Panorama, scritto in occasione della morte della Podestà:

Rossana non ha mai vissuto nel ricordo, ma nel presente, come lui non fosse mai andato via, e ha fatto in tempo a raccontarlo in W di Walter, il documentario che gli ha dedicato. Capitava che, non trovando un suo appunto, Rossana commentasse: “Ma dove l'hai messo?”, aspettando la risposta. Insieme, Rossana e Walter non hanno riempito un catalogo di viaggi affascinanti, dando corpo a sogni coltivati sulle pagine di London, Hemingway, Melville (riuscendo a condividerli con chi un tempo leggeva su Epoca le imprese di Bonatti): hanno creato una immortale storia d'amore. Per la quale Rossana, ha rinunciato a essere dea per accettare un destino di donna.


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