martedì 31 gennaio 2017

Letti di recente

Trovo sempre piuttosto difficile scrivere una recensione dei libri che leggo. Mi piacciono, oppure no. E spiegarne i motivi mi imbroglia parecchio....leggo le recensioni di altre bloggiste e mi pare che siano molto più brave di me. Spesso sono d'accordo con loro, mentre con le recensioni di semplici lettori, che trovo sui siti di libri, mi capita di dissentire.
Ultimamente ho letto parecchi libri di genere poliziesco e, quale più, quale meno, mi sono piaciuti tutti. Non sono thriller e raccontano di poliziotti molto credibili, con debolezze e difetti comuni al genere umano. Insomma è finita l'epoca dei superman senza macchia e senza paura. Questa mi pare una buona cosa.
 Uno di questi è l'ispettore Casabona, raccontato da Antonio Fusco.








 Un altro è il commissario Orlando, con la sua assistente  Jelena Della Rebbia, raccontati da Adamo Dagradi di cui ho detto qui:http://ilclandimariapia.blogspot.it/2016/11/la-felicita-dei-cani.html

Sulle indagini e sulla vita privata di questo commissario ho letto il secondo libro, purtroppo esistente solo in e-book


Quello che mi dispiace, ultimamente, è una certa sciatteria editoriale. Non pretendo, per sette euro, di comprare un codice miniato, ma vorrei una precisione di impaginazione, con margini sempre uguali e stampa a caratteri uniformi, l'assenza di refusi. Soprattutto vorrei che nei libri che leggo non ci fossero errori grammaticali.....uno scrittore, per esempio,  dovrebbe sapere che a lui si dice gli, ma a lei si dice le. O se non lo sa chi ha un bel racconto da narrare e non conosce la grammatica, lo dovrebbe sapere il correttore di bozze...o no? Sull'unico e-book che ho letto c'erano perfino degli ha senz'acca o viceversa...
Perfezionista? Non credo. Non leggo per fare letteratura, leggo per divertirmi, ma una certa precisione linguistica mi sembra il minimo. Leggere dovrebbe educare anche ad avere una migliore espressività.

Di genere diverso ho letto questo:



Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire "supereroe". Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sì, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l'adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era così sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico.

Un romanzo di formazione scritto molto bene da un giovanissimo, appena diciottenne. Un libro divertente, commovente e non banale.
Rimango sempre un po' spiazzata dai libri che raccontano di famiglie speciali, affiatate, piene di amore e dove sembra non esserci assolutamente mai un motivo di scontro. Ma se così è, complimenti e buon per loro!

L'ultimo che ho letto, in ordine di tempo, è questo:





un libro che non c'è più in libreria e che ho cercato in internet perchè  di questo autore avevo letto il secondo (http://ilclandimariapia.blogspot.it/2016/11/mia-nonna-saluta-e-chiede-scusa.html ) e l'avevo trovato davvero divertente.
Direi che, secondo me, questo è ancora meglio!

Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male... 

Non si può non affezionarsi a questo gran rompiscatole, che cerca in ogni modo di suicidarsi, ma non ce la fa mai...è un uomo ruvido, ricoperto da una scorza molto spessa, ma dentro ha un cuore gentile e generoso. E' un po' come i nostri uomini montanari...brace sotto la cenere. Gli ho voluto bene e mi è dispiaciuto lasciarlo, alla fine del racconto.

lunedì 30 gennaio 2017

Vecchie mostre di punto croce

Navigando qui e là sono tornata sul blog di Valery, ormai quasi del tutto inattivo. E' uno dei primi blog che ho amato e che vorrei vedere sempre al lavoro perchè il gusto di Valery è, a mio parere, sopraffino. Piena di nostalgia l'ho ripercorso finchè ho trovato le immagini di alcune mostre degli anni scorsi fatte dalle ricamatrici di Vannes. Il tempo è passato, ma i lavori sono sempre bellissimi!
Potete andare a vederli qui http://pentydeval.blogspot.it/2012/06/exposition-point-de-croix-de-vannesau.html, ma io ho rubato per voi un po' di immagini:




Queste sono le ricamatrici e le foto provengono dalle mostre del 2008-2010-2012































domenica 29 gennaio 2017

Il Castello di Vendeuvre in Normandia

Nell'aria c'è già qualche accenno di primavera, i bulbi dei giacinti sono fioriti e riempiono la stanza del loro profumo intenso e il primo pettirosso si è già presentato sotto il portico in cerca di briciole.

E' tempo di tornare all'aperto alla ricerca di nuovi castelli e di nuovo giardini.
Oggi ci troviamo in Normandia per conoscere il castello di Vendeuvre e i suoi giardini.





Costruito tra il 1750 e il 1752 su progetto di Jacques F. Blondel, Vendeuvre  ha tutte le caratteristiche della classica tenuta di campagna aristocratica normanna secondo i canoni dell'epoca. Così infatti la voleva Alexandre Le Forestier, signore di Vendeuvre .




Uscita pressoché indenne dalla Rivoluzione e progressivamente restaurata a partire dalla fine  della II Guerra mondiale dall' attuale conte di Vendeuvre, la tenuta  è classificata come monumento storico dal 1970.




Al di là della facciata volutamente sobria, all'interno una doppia sequenza di stanze intorno al vestibolo rappresenta i  temi della vita quotidiana , in ordinata successione.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Tra le peculiarità del castello, la presenza di una curiosa collezione di cucce per animali domestici, unica nel suo genere.


















Nell' Orangérie invece si può ammirare una ricca e originale collezione di mobili d'epoca fedelmente riprodotti in miniatura









Anche i giardini del castello sono stati oggetto di restauro da parte dall'attuale conte di Vendeuvre ed hanno ottenuto il riconoscimento di "Jardin Remarquable" .





Il conte si è ispirato prevalentemente ai giardini italiani del Rinascimento e ai loro raffinati giochi d'acqua. L'ampia tenuta comprende un giardino alla francese con un grande specchio d'acqua e parterres con i tipici arabeschi dell'arte topiaria.




Sull'asse laterale della proprietà è stato creato il Jardin d'utilité con una colombaia dotata di impluvio per raccogliere l'acqua piovana, uno stagno per l'allevamento di pesci per i giorni di magro e digiuno, una ghiacciaia a forma di piramide  per la conservazione del ghiaccio.










e poi i giardini d'acqua a sorpresa per divertire e incantare gli ospiti, con tante piccole storie come il ponte cinese


che evoca una leggenda cinese: Yin, una giovane e bella fanciulla, non si stancava mai di contemplare il riflesso del suo viso  nell'acqua quando passeggiava su un ponte rosso. Un giorno Han, il falconiere, innamorato di lei, le offrì il suo cuore ,ma la fanciulla lo respinse perché l'acqua rifletteva l'immagine di un volto sgraziato.
Commosse dalla tristezza del falconiere, le tortore scesero ad increspare la superficie dell'acqua che mostrò il riflesso delle anime dei due giovani: il viso di Yin apparve deforme per la vanità, mentre quello di Han illuminava la superficie dell'acqua. La visione di quelle immagini sciolse il cuore di pietra della ragazza e i due si amarono così intensamente che a volte le loro silhouettes tornano a passeggiare sul ponte. 


 
L'albero di cristallo invece ricorda la leggenda di quell'albero che con le sue radici traeva dal terreno sapienza e saggezza che a sua volta spruzzava con una speciale rugiada ai suoi prediletti.


 



La fontana delle tartarughe si rifa ad una leggenda molto diffusa nell'America Centrale presso la civiltà Maya, ma si può ben dire che  nulla è stato affidato al caso nella creazione di questo giardini.


Anche il Tempio  della Serenità ha una leggenda da raccontare , ma lascio ai curiosi il compito di scoprirla....

E poteva mancare un labirinto? Certamente no. Nel giardino del castello di Vendeuvre ce n'è uno molto grazioso fatto di siepi di bosso e rose bianche.





Devo ammettere che non mi sarei aspettata tante sorprese da questo castello normanno dall'apparenza piuttosto sobria. Lo metterò nella lista dei posti che forse, un giorno, riuscirò a vedere non solo con la fantasia.